giovedì 2 aprile 2015

Risposte ai sussurri. Senza grida.

Ieri primo aprile molte decine di studenti del DADU sono "scesi a Cagliari",
Chi c'era (con loro un pugno di colleghi e un po' di dottorandi e assegnisti) farà la cronaca di una giornata intensa.
Che più di cento studenti a oltre un mese dall'inizio della vertenza, nella settimana di Pasqua, con diverse decine di loro già all'estero per Erasmus e tirocini continuino a mobilitarsi, con convinzione, ragionevolezza e fantasia (e intelligenza) è un dato da non sottovalutare.

Voglio dedicare questo post agli scettici e ai critici, quasi sempre rancorosamente silenti, nella speranza di suscitare un vero dibattito.

Numero uno. Cosa succederà il prossimo anno?
Il prossimo anno gli studenti già iscritti ai corsi triennali, magistrali e di dottorato avranno le loro regolari attività. I recenti sviluppi ci consentono di dire che ci saranno anche le nuove immatricolazioni per tutte le triennali, le magistrali e il dottorato.
A proposito il test per l'accesso alla triennale di architettura dovrebbe svolgersi a settembre, probabilmente il 10, le modalità saranno stabilite a livello nazionale; a maggio le pre-iscrizioni per tutti gli altri corsi (triennale di Urbanistica e magistrali di Architettura e Urbanistica)
Presumibilmente avremo le risorse per garantire non sole le attività, ma per riportarle al livello di qualità cui siamo abituati.
Questa è una notizia.

Ma questo non chiude la vertenza: dobbiamo ottenere il riconoscimento come sede decentrata, la continuità dei finanziamenti, il carattere aggiuntivo della cosiddetta premialità per il "merito".
  
Veniamo quindi alle critiche.

La prima critica dei nostri critici silenziosi, ma le mura dei bar parlano, è: non avresti dovuto neppure accennare alla possibilità di non avere nuove iscrizioni?
La mia risposta è che sarei stato irresponsabile a non farlo: se non ci fossero state  le condizioni per andare avanti, l'unica azione responsabile sarebbe stata mettere in sicurezza quelle che era in corso ed evitare una situazione a rischio per i nuovi.
Io sono abituato così; a dire le cose come stanno.
Ora posso dire che i nuovi iscritti li avremo e si troveranno bene.

La seconda critica è: ma non vi fidate delle parole del Presidente? Non ci sono in quelle parole impegni concreti?
La mia risposta è che mi fido delle parole del Presidente e collega Francesco Pigliaru. Ma ci sono molte questioni che è opportuno chiarire, molti dettagli irrisolti. Per questo l'incontro e la discussione pubblici che studentesse e studenti hanno chiesto e cui il Presidente si è dichiarato disponibile è necessario. Ci sono poi molti attori che sono della partita: l'Ateneo, gli amministratoti del territorio, i consiglieri regionali, l'Assessora regionale competente, che è opportuno informare e consultare.
C'è molto da spiegare a molti. E molti da convincere, anche in Ateneo. Qui trovate la mia lettera aperta ai Direttori di Dipartimento,

La terza critica è: queste questioni è bene trattarle nelle sedi opportune (sic!) in maniera riservata e non in forma pubblica; politica e accademia hanno queste abitudini e queste prassi.
La mia risposta è che per un'istituzione pubblica il dibattito pubblico è la sola strada ammissibile. Questo dibattito ha portato al sostegno di circa diecimila persona, all'adesione di molte decine di esperti, professionisti, professori di tutto il mondo a un appello promosso dal Professor Francesco Indovina, a prese di posizione di Sindaci e consigli comunali (Alghero, Sassari, Bosa, Villanova, Olmedo, Monserrato, ...), del Dipartimento gemello di Cagliari, dell'Ordine degli Architetti di Sassari, dell'INU, alla mobilitazione degli studenti di Alghero, Nuoro e Sassari.
Questo dibattito che è partito dalle semplici e ragionevoli richieste di AAA si sta allargando alle questioni del diritto allo studio, delle politiche della formazione superiore in Sardegna, a una riflessione sull'Università diffusa.
Questo dibattito ha gettato le basi per un processo di costruzione di una grande Scuola di Architettura della Sardegna, dentro il Mediterraneo e aperta al mondo: un processo che potrebbe mettere insieme i punti di forza delle scuole di Alghero e Cagliari, rispettandone traiettorie e autonomia, ma realizzando un progetto formativo comune sulle questioni decisive per lo sviluppo della nostra terra.
Nulla di questo sarebbe successo senza un dibattito pubblico.
Penso di aver fatto bene a dare il via a tutto questo.

La quarta critica è: ma sicuramente dietro tutto questo c'è  qualcosa, chissà quali interessi lo spingono a queste manipolazioni
La mia risposta è: pfui!

Ai miei molti e silenziosi critici chiedo un'interlocuzione. Pubblica se vogliono. Oppure privata.
Agli amici chiedo di crederci e di sostenerci.