lunedì 11 agosto 2014

La monocultura del turismo uccide le città

Le cronache ci raccontano di una città allo sbando, travolta da flussi incontrollati di turisti, assediata da grandi navi da crociera che penetrano nei suoi canali, in perdita costante di abitanti e di funzioni.
Dopo più di un millennio, quella che è stata la città più prospera del mondo e forse la più bella si è estinta.
Non ci voleva molto a capire che una città che viva solo di turismo è destinata a una rapida scomparsa.
Venezia è scomparsa come città: rimane un fondale su cui si innestano molti musei straordinari, depredata dall'uso privato, immemore dei suoi governi, aristocratici e  classisti, ma saggi e capaci di visione.
Eravamo in pochi a dire che troppi turisti fanno male, non importa se poveri o ricchi, giovani o vecchi, colti o ignoranti.
Troppi turisti fanno male alle città, ma anche alle spiagge e ai boschi.
Fanno male a Venezia e fanno male ad Alghero.
Il turismo è un'industria pesante, consuma territorio e risorse, impoverisce e banalizza storie, culture e commerci.
Senza industrie non si può vivere, ma il buon governo impone di limitarne l'impatto, di evitare la distruzione delle stratificazioni storiche e dell'ambiente.
Io ho detto a suo tempo che a Venezia servivano meno turisti, e allora erano la metà di oggi: io penso che sia un crimine che le navi da crociera entrino in una città così delicata e complessa.
Se dicessi sommessamente che ad Alghero servono meno turisti ad Agosto, sarei anche questa volta contrastato e irriso?
Ad Alghero serve che ci siano meno turisti ad Agosto.
E forse anche a Luglio.
E badate che non sto parlando di meno turisti con le pezze al culo e di più turisti di lusso (dio ce ne scampi da questi ultimi) e neppure di turisti "colti" (per carità!): quando dico meno dico meno in assoluto.
Mentre ne vorrei di più a novembre e a febbraio.
E vorrei che le liberalizzazioni fossero sagge e opportune (Bersani mi sta simpatico e Renzi no, ma le "lenzuolate" sono state spesso improvvide): se un bar serve cibi è bene che si sappia che però quello non è un ristorante, ed è solo un esempio.
Si parla di tassa di soggiorno: penso che sia una cosa giusta, se è una tassa di scopo e se la si paga (anche salata ad Agosto) in modo diverso nei diversi periodi dell'anno e se si trova il modo di far pagare qualcosa anche a chi non passa neppure una notte in città, ma ne usa gli spazi, specie se lo fa ad Agosto.
Ma quel che voglio dire è: la monocultura uccide le città, quella del turismo particolarmente in fretta.