sabato 22 marzo 2014

Statuti

C'è un che di paradossale nel modo con cui vengono costruite le notizie nell'era dei social network.
Un giovane collega scrive nel suo stato di facebook alcune considerazioni sul fatto (fatto) che gli sia stata revocata l'amicizia (così si chiama la disponibilità a vedere e a farsi vedere da qualcuno).
Parla di "amicizia tolta", non di epurazione, come è ovvio conoscendo l'uso oculato delle parole del mio amico e collega. Epurazione è stato un modo di dire, immagino ironico, uscito da qualche commento.
Forse un po' enfatico, ma forse non inesatto vista la sistematicità della "cancellazione".

Ivan aggiunge al fatto un commento, anzi un commento e una ipotesi.
Un atto di cosmica stupidità.
Immagino che giovi a quell'unità della sinistra che i compagni, a modo loro, perseguono.

Per quanto riguarda i fatti, nessuno li contesta: l'amicizia è stata tolta.
Veniamo all'opinione: essa può essere giusta o sbagliata, in tutto o in parte.
Si compone di due parti
1. Una classificazione: secondo Ivan l'atto è stato stupido, stupido in senso tecnico, nel senso di Cipolla:
Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita.  
Pare che anche questo non sia contestato; caso mai la giustificazione data da alcuni potrebbe essere: "stupidità involontaria" (la peggiore).
2. Una sconsolata affermazione, forse superflua.

Interessante è la ricezione del messaggio, da un lato da parte di un medium che, con pessima abitudine non dà (come potrebbe) il link ai post, ma li riassume, li commenta in modo fantasioso e in poche righe ricostruisce una storia del tutto improbabile, riesumando  tra l'altro un'antica sciocchezza del tutto irrilevante per la notizia in essere; dall'altro un insieme di commenti che non si riferiscono al fatto, ma a più o meno presunte responsabilità di Ivan, che ha abbandonato l'associazione e per questo non potrebbe esserne "amico su facebook", e poi anche a responsabilità di amici di Ivan raggruppati in una generica categoria del "voi", e altre considerazioni del tutto impertinenti..
Una semplice nota che avesse detto:
"sì è stata una sciocchezza, ci fa piacere che chi ha condiviso con noi un cammino continui a seguirci; Ci scusiamo, ripristiniamo l'amicizia; c'è un caffè pagato al bar dell Sport"
sarebbe stata di grande buonsenso.
Purtroppo così non è successo e non succederà.

Io che non ho fondato quel movimento, che l'ho sostenuto nelle campagna per le primarie e poi quando ha costituito una lista, senza avere mai nessun incarico di responsabilità, che ho votato e fatto votare con convinzione la capolista, che non ho aderito all'associazione, senza clamori mediatici, ma inviando una comunicazione motivata (mi sarebbe piaciuto che fosse discussa, ma tant'è), che non ho mai rifiutato interlocuzioni, che continuo a pensare che si possa essere in disaccordo anche mantenendo buoni rapporti personali, che non mi pento o vergogno di aver fatto della strada insieme a persone che reputo per bene e pensose del bene comune, che pur non essendo padre di famiglia mi sento un simpatico vecchio zio, che dal mio impegno non ho avuto, né ho, né avrò alcun vantaggio personale*,  scopro ora di essere stato escluso anche io; so che dovrò farmene una ragione, ma, anche se so che dà un po' fastidio, mi vien da dire: Qualis erat, quantum mutatus ab illo ...

C'è stata una stagione, quella di Alghero Bene Comune seguita dalla brevissima e intensa esperienza del Buongoverno in  cui il  modello organizzativo, che era consustanziale alle idee,  era quello dell'ascolto, della condivisione, dell'inclusione, della deliberazione; tutti avevano diritto di parlare, il dissenso era un valore, le decisioni venivano prese per consenso; non si chiedevano adesioni pregiudiziali, si accettavano divergenze, si costruivano faticosamente e collettivamente le scelte: c'erano persone diverse, di età, di formazione, di provenienza; quel modello organizzativo e la mobilitazione che ha saputo creare, ci davano da pensare che le cose potessero cambiare, che fosse possibile la politica fatta dal basso, la trasparenza, l'espressione libera del pensiero, che fosse l'ora di candidare una donna a sindaco, che tutti si parlasse tre minuti, che non ci fossero tavoli della presidenza.
Poi abbiamo sbandato, la forza della vecchia politica, l'ingenuità, la pressione del tempo ci hanno fatto smarrire la rotta; eppure ancora in campagna elettorale alcuni frammenti di quell'esperienza continuavano a luccicare, sempre più piccoli e sempre meno luminosi, quanto più prevaleva il realismo (un realismo vano e impotente) sul dovere di dire il vero.

Ci sarà una nuova campagna elettorale stantia, basata sulle omissioni e le strumentalità; forse ne uscirà un discreto amministratore (me lo auguro, anche se lascerò che accada, nel caso) a capo di una colaizione centrista..
In ogni caso una riflessione vera sul passato, un nuovo modo di fare politica e amministrazione, un programma di cambiamento non ci saranno e non ci sarà una voce per dare voce alla speranza.
Ma così deve essere.
Ma in fondo, da poco meno di ottocento anni, esiste il Purgatorio
Non mi interessano, a questo punto le polemiche sul "perimetro": ci sono pezzi di PD che sono più a destra dell'ex candidato Sindaco del centro-destra Marinaro: quello che faceva la differenza l'altra volta è che c'era stata partecipazione e voglia di mutare e che in molti (Sindaco e Assessori esclusi: dà da pensare, no?) credevano in un programma, serio, condiviso, fattibile e innovativo.
Ora è più o meno uguale e il programma sarà un'inutile foglia di fico, senza anima e scritto in pessimo italiano: speriamo che ci capiti un discreto amministratore, che sia un abile manipolatore (abile per gli standard di provincia) o no, che sia un po' indagato o no**; sarà il meno peggio, ma almeno avremo un'amministrazione decente.

Per questo molti di noi, che abbiamo molti più meriti che responsabilità, ma che non neghiamo le nostre responsabilità, che non le gettiamo dietro le spalle con indifferenza, salteremo un giro, guardando un po' tristi e un po' divertiti un teatrino sempre più bolso.
E poi, passata la festa, riprenderemo il "lavoro culturale", quello che si semina può aver bisogno di tempo per germogliare, ma spesso dà frutto.
Ci sentiamo a Giugno.


* Una delle battute più celebri di Ross Perot a proposito dei suoi avversari nella corsa alla Presidenza degli USA, è stata: "non hanno fatto un'ora di lavoro onesto in vita loro"; Perot è stato uno strano personaggio, populista di destra, la cui candidatura nel 1992 favorì la sconfitta di Bush ad opera di Clinton.
Ma la frase è un'efficace sintesi del significato della parola "casta": uno fa il senatore, poi l'assessore regionale, poi il sindaco, poi presiede una fondazione bancaria, poi una partecipata, poi torna in Parlamento (l'ordine non è importante). Una bella regola quella dei due mandati, se fossero onnicomprensivi!
Io ho sempre fatto politica, senza mai essere retribuito (il gettone di consigliere comunale a Venezia andava al gruppo e alle iniziative politiche, tutto, e quello da Assessore a coprire le spese di viaggio da Venezia prima e poi da Alghero a Gradara) e contemporaneamente ho fatto  sempre un lavoro onesto.Lavoro da quando avevo ventun'anni, e mi mantengo da quando ne avevo diciotto.
Lo dico per precisare che non sono nato accademico, ma figlio di proletari e non ho avuto nulla in eredità, cosa di cui ringrazio ancora i miei defunti genitori: l'eredità è sostanzialmente immorale, a mio avviso.
** Avvisato,  rinviato a giudizio, condannato in primo grado non sono la stessa cosa; e non è la stessa cosa il tipo di reato.
Io sono garantista, lo sarei stato anche per l'onorevole Barracciu, che non è stata fatta fuori perché era "avvisata", ma perché era destinata a una sicura sconfitta (un altro errore che non ci si dovrebbe scrollare dalle spalle con indifferenza, quello di averla sostenuta), tanto è vero che è stata compensata con un posto (immeritato) di sotto-governo; tant'è vero che un altro recente onorevole, nonostante sia stato rinviato a giudizio è stato eletto (con il voto anche di SEL ad esempio) Presidente del Consiglio regionale.
Mi piacciono i garantisti, capisco i giustizialisti, ma mi infastidiscono quelli a "corrente alternata".