lunedì 18 novembre 2013

Ricomincio da tre

La crisi politica algherese va depositando la polvere provocata dal crollo e si comincia a vederci un po'.
Nella coalizione di centrosinistra credo si possa cominciare a ragionare con qualche pacatezza, soprattutto a sinistra.
Credo che sia molto diffusa a sinistra la convinzione che la conduzione dell'amministrazione sia stata molto negativa: incapacità di ascolto, di visione, di mobilitazione, di confronto hanno portato a fare poco e male.
Credo che questa convinzione accomuni, a sinistra, tanto quelli che hanno ritenuto che fosse necessario dichiarare conclusa l'esperienza firmando le dimissioni, che quelli che pensavano che ci dovesse essere un altro modo di concluderla.
Non credo che la ragione stia solo in quelli che hanno detto sì,  né solo in quelli che hanno detto no.
Se devo essere sincero, penso che - in ultima istanza - avrei firmato, con molti dubbi e con tristezza.
Ma quel che è successo è successo.  
Ora, possiamo dire, che si può rimettersi in cammino.
Direi ricominciando da tre.
1. C'è un  programma; un ottimo programma, costruito con il coinvolgimento di centinaia di donne e di uomini, a partire dall'esperienza del "buongoverno", un programma serio, ragionevole, radicale, di sinistra. Ci si può lavorare, liberandolo da alcune ambiguità e dandogli più forza operativa. Ma un programma c'è.  E uno.
2. C'è un metodo, quello nato dall'esperienza Alghero Bene Comune basato sulla discussione pubblica, sull'ascolto, sul riconoscimento del dissenso, sul rispetto delle persone, sullo studio; un metodo che ha permesso per lungo tempo di crescere, di mobilitare le energie sociali, di risvegliare passioni, di costruire partecipazione. Un  metodo che abbiamo smarrito e dimenticato nelle fasi più convulse delle primarie, ma che ci ha permesso di costruire quel programma e di dare alla coalizione lo scatto necessario per vincere. E due.
3. Ci sono le persone che hanno seguito e guidato quel percorso, che hanno fatto scelte diverse in tempi diversi, che hanno spesso perduto il piacere di confrontarsi e di accogliere, ma che possono ritrovare la voglia e la pazienza di riprendere il cammino. E tre.

Riprendere il cammino, con chi ci sta, con chi intende partire da quel programma, da quella convinzione (serve un governo diverso non un diverso governo), da quel metodo.
Servirà essere più maturi e realistici, cercare un candidato di grande esperienza amministrativa (forse un "papa straniero"), servirà essere più intransigenti e radicali sul metodo, ma la partita è tutt'altro che chiusa.
E questa volta può essere la sinistra a guidare le danze.
Per rimanere a Troisi, basta un miracolo da cinquanta punti.





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