venerdì 15 novembre 2013

Pino Chet e i colonnelli argentini

La senatrice Sara Paglini ha commentato un intervento della sua collega alla Camera Emanuela Corda.
L'intervento della Corda ha suscitato polemiche e indignazioni. Ma non è di quell'intervento che voglio parlare.
La cittadina Paglini sbaglia a scrivere Pinochet (l'ho appena scritto e il correttore ortografico non mi dà errore) scrivendo Pino Chet (e il correttore ortografico mi sottolinea Chet in rosso).
Ora i correttori non sono perfetti non riprendono quelli che scrivono "dà" voce del verbo dare come se fosse "da" preposizione, ma pò sì lo segnano sbagliato (come è noto si scrive po').
Insomma perchè - per la miseria - quelli che scrivono sui blog o sui social network e vedono qualche parola sottolineata in rosso non ci pensano un momento prima di premere il tasto "Invio".
Ho appena scritto perché con l'accento sbagliato, l'ho lasciato solo per prova (si scrive perché non perchè, e il correttore ve lo dice).
Insomma la cittadina Paglini ha scritto Pino Chet perché era ignorante, non per un refuso; si può essere ignoranti: basta ammetterlo e sforzarsi di imparare (tutti siamo un po' ignoranti, non si può sapere tutto).
Ma la cittadina Paglini ha commesso un altro errore che non è stato notato: ha parlato dei "colonnelli argentini", mentre quelli argentini non erano colonnelli, erano generali e ammiragli: il golpe argentino del 1976 non è stato fatto da colonnelli; quello era quello greco del  1967; la Paglini ricordava qualcosa e ha scritto quel che le sembrava di ricordare.
Sembrano cose senza importanza; probabilmente poi coeteris paribus i parlamentari di Cinque Stelle non sono più ignoranti in media di quelli di altre formazioni politiche; ma loro dovrebbero essere diversi dai "politicanti" degli altri partiti, dovrebbero documentarsi (sanno usare la "Rete") e scusarsi se sbagliano fattualmente (e non cercare giustificazioni che non stanno in piedi).
Ma ci vuole poco a imparare le cose sbagliate.