sabato 12 ottobre 2013

Chi ha ucciso Architettura ad Alghero?

Ebbene no.
Il titolo è una trappola.
Oggi voglio parlarvi di una delle altre iniziative di AAA: con altri partner, da TaMaLaCà all'AUSER. abbiamo oggi - guidati dalla nostra laureanda Lia Ara - messo mano a un piccolo spazio abbandonato, un triste passaggio chiuso tra scuola e chiesa tra i quartieri di Rizzeddu e Monserrato.


L'idea è di restituire alla città, come spazio di incontro e di produzione (modesta: alcuni piccoli orti) un'area, che può essere autogestita, aprirsi alla scuola, ingrandirsi un po' e costruire relazioni e un po' di bellezza.
Con la spontaneità dell'auto-organizzazione, a bassissimo costo, con pratiche contagiose: modi di essere possibili di una città sana.
Mi è piaciuto esserci e non solo per il piccolo banchetto a ora di pranzo.


Mi sono rivenute in mente alcuni idee radicali, che però mi paiono ragionevoli, mi piace pensare che sarebbero piaciute a Kropotkin, a Prarmpolini e a Colin Ward. Ve le propongo.
[A proposto domani risponderò alla domanda del titolo.]

IL DIRITTO ALLA TERRA (E ALLA CITTÀ)
Latifondisti e proprietari assenteisti lasciavano le loro terre incolte.
Il movimento dei contadini le occupava rivendicando la riforma agraria.
Dicevano che non solo non era economicamente giusto che la terra non fosse coltivata, ma che era anche una vergogna etica.
Lotte dure, che in molte parti del mondo continuano ancora oggi.
E in città?
Ci sono o non ci sono proprietari assenteisti che lasciano “incolti” i loro edifici industriali, le loro case, i loro spazi vaghi dentro la città, ben dentro la città, una città che ha persone che hanno bisogno di case, di spazi pubblici, di verde?
E non è giusta dunque una battaglia contro l’assenteismo dei proprietari fondiari urbani assenteisti (anche quelli pubblici se è il caso), cominciando con l’occupazione e l’uso di quegli spazi?
Come hanno fatto i centri sociali, il movimento di guerrilla gardening, gli occupanti delle case?
O la proprietà privata in città non ha limiti, mentre li ha solo in campagna?
Se lascio abbandonata e inutilizzata una proprietà per un tempo consistente è giusto e saggio acquisirla all'uso collettivo.
Intanto con la lotta: la riforma verrà e ci darà regole e modalità.