martedì 23 luglio 2013

Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Direi che invece sarebbe opportuno dire cosa siamo e cosa vogliamo.
Non va bene non affrontare le questioni o cercare di tranquillizzare se stessi.
A Roma si dice "consolarsi con l'aglietto" ("ariconsolate cò l'ajetto").
Come i miei pochi lettori sanno a me l'ideologia meritocratica non piace.
E non sono neanche un idolatra delle valutazioni, per quanto autorevoli.

Ma quando le valutazioni ci sono (per esempio quelle che ricevo dai miei studenti, non sempre benevole o favorevoli), per quanto si possa e debba discuterne il metodo e il merito, le prendo in considerazione: se vado bene non mi esalto (ma non lo nascondo), se vanno male non mi deprimo (ma non lo nascondo).
Se vanno male mi interrogo e prima delle giustificazioni cerco dove, come e chi ha sbagliato.
Le valutazioni ANVUR e CENSIS della mia Università non sono - nel complesso - buone: vero è che altri stanno peggio; ma a me capita di rivolgere lo sguardo a chi sta meglio; da lui posso imparare.
I risultati di Sassari sono meglio di quelli di Cagliari, dicono i nostri vertici? Sarà vero, ma non mi consola.
Non è con Cagliari che i vertici dell'Ateneo vogliono fare subito subito una federazione (ovvero accettano di essere annessi: più somari forse, ma certamente molto più forti politicamente)?
Non è con Cagliari che volevano costringerci a fare - in due mesi - tutti i dottorati insieme?
Voglio dire chiaramente che Cagliari mi piace come città (è l'unica città vera della nostra isola), che con l'Ateneo di Cagliari dobbiamo collaborare su molte cose con lungimiranza e strategia, che con i colleghi di Architettura a Cagliari abbiamo molti progetti in comune e ci vogliamo bene.

Vero è che alcuni risultati del mio Ateneo sono incoraggianti, persino esaltanti.
Ad esempio c'è un terzo posto nella classifica di CENSIS per l'Ateneo che quanto riguarda il quadro generale dei servizi e l'internazionalizzazione che è una buona base, c'è uno splendido secondo posto per la didattica di Medicina Veterinaria e qualche altro dato molto positivo che non cito qui per ovvie ragioni (in caso ne abbiate voglia guardate questo link e questo link.

Ecco ripartirei da questo: da una severa analisi dei risultati, dei meriti (oh yes!) e delle responsabilità; da una valorizzazione dei risultati positivi.
Cominciando a trarre le conseguenze. Tutte.
Siamo d'accordo per finirla da oggi con la distribuzione "a pioggia" delle risorse e dei posti, o no?
Vedete può anche darsi che finirla con la distribuzione " a pioggia" non voglia dire solo premiare chi ha fatto meglio, ma rafforzare i peggiori per portarli a un livello più alto. Se ne discuta.
Non ci serve il silenzio o la rimozione che vanno bene solo per presunti kingmaker rettorali, silenziosi che vivono sotto i portici del palazzo dell'Università, ci serve un vero dibattito pubblico, ci serve discutere del nostro futuro, per una volta senza ipocrisie, senza stiletti e senza veleni.
Non si può far finta di niente, sopire e troncare, troncare e sopire; e soprattutto non si può premiare la mediocrità; specie la mediocrità che si compiace di se stessa.