martedì 24 novembre 2020

Il voto è - in ultima istanza - una scelta razionale. In una buona democrazia tutti i voti sono utili.

Ci sono o ci possono essere molte motivazioni che stanno dietro alla scelta di votare (o di non votare).
Ci sono quindi anche componenti emotive o sentimentali, ma alla fine la scelta è razionale.
a) Si vota per appartenenza: cioè si sceglie la lista del partito o movimento cui si appartiene, indipendentemente dalle specifiche contingenze elettorali ovvero nelle condizioni date (o almeno senza dar loro troppo peso).
b) Si vota per la lista o la persona che - nelle condizioni date - sono comparativamente migliori.
c) O - se non ce questa possibilità - ci si astiene o si annulla il voto.

Condizioni date vuol dire: sulla base dell'offerta politica e dei meccanismi elettorali: le due cose insieme determinano il possibile esito della scelta in questo caso.
Un esito che può essere immediato o differito.
Faccio un esempio per chiarire questo punto: può darsi che il candidato o la lista che riteniamo comparativamente migliore non abbia possibilità di vincere o di essere eletto: potrebbe essere una scelta razionale votarlo se si pensasse che un suo buon risultato in questa elezione, per quanto insufficiente, potrebbe favorire un esito positivo nella prossima.

Veniamo a noi.
Per me non si dà  - da molto tempo - l'opzione a).
Rimangono le altre due.
Per ragioni cui accennerò, escluderei la c).
Quindi discuterò la b).

Avremo a disposizione due voti nelle prossime elezioni regionali: uno per eleggere il Presidente e l'altro per scegliere due Consiglieri; parlo di due voti perché è possibile votare un candidato Presidente e esprimere la preferenza per due Consiglieri di genere diverso, appartenenti a una (stessa) lista anche che appoggia un altro candidato Presidente.
Mentre è possibile rinunciare al secondo voto e mantenere solo il primo, non si può dare il secondo e non dare (di fatto) il primo.

Comincio dal primo voto: dei sette candidati solo tre hanno delle chance di essere eletti; gli altri quattro nessuna.
Come dicevo può non essere necessario votare per chi ha la possibilità di vincere questa volta: si può scegliere un candidato perché, dandogli forza, potrà ripresentarsi o una lista perché, dandole forza, potrà ben comportarsi in un'altra elezioni, anche di rango diverso.
Ma - diciamola tutta - la spinta a scegliere di votare chi può vincere (perché è meglio o perché il possibile rivale è molto peggio) è ragionevolmente forte.

Dei tre candidati, uno appartiene a uno schieramento che - con ancor più forza in questi ultimi tempi - mi è assolutamente estraneo (anche se nelle undici - sic! - liste che lo sostengono ci sono persone per bene che conosco).
Un altro non lo conosco, appartiene a un movimento che io non demonizzo ("vergin di servo encomio e di codardo oltraggio") e che per davvero - sino a un certo momento almeno - è stato utile per la nostra democrazia; se fosse prevedibile una "finale" con il candidato leghista penso che nessuno dovrebbe escludere a-priori  di votarlo.
Il terzo ho avuto modo di conoscerlo un poco e mi pare di poter dire che è stato ed è un buon Sindaco (per quel che un Sindaco può fare); mi è simpatico e lo voterei volentieri.
Se non fosse ...
Se non fosse che il suo schieramento è "dominato" da un partito che non me la sento di votare (tra l'altro le sette liste "strumentali" accolgono, molte di esse, degli iscritti a quel partito, che non potendo farsi eleggere in casa, ci provano fuori).
Intendiamoci io penso che gli elettori e gli iscritti del PD siano in larghissima parte persone per bene e che siano imprescindibili per un futuro di progresso nel nostro Paese. Ma credo che la direzione di quel partito lo abbia portato a fare scelte inaccettabili; lo dico con rammarico, ma penso che i decreti  Minniti - Orlando siano davvero riprovevoli e che sia difficile -avendoli sostenuti - opporsi con qualche credibilità ai decreti Salvini.
Inoltre - per le questioni che conosco - penso che l'esperienza di governo regionale del Professor Pigliaru (che è una bravissima persona, di sicura onestà e disinteresse personale) sia da considerarsi negativa o almeno insufficiente (se avanza tempo dirò perché).
Insomma votando per Zedda, se vincerà, avremo in Consiglio regionale 33 deputati che - temo - per la gran parte (più del vecchio Consiglio) saranno esponenti "non pentiti" del PD.

Ciononostante, se - come è probabile - la sfida finale dovesse essere Lega vs. PD (lo so che formalmente Solinas non è della Lega e Zedda non è del PD, ma la "trazione" è quella) ci sono ragionevoli "spinte" a votare per il Sindaco di Cagliari.
Se la finale si profilasse invece tra Lega e 5* ci sono ragionevoli "spinte" a votare per il candidato del  Movimento.
Tra l'altro penso che gli elettori del Movimento siano in larghissima parte imprescindibili per un futuro di progresso in questo Paese.

Poi c'è il secondo voto.
Qui le cose si complicano.
Conosco moltissime persone che stimo e cui voglio bene in diverse liste di almeno tre schieramenti e ne stimo altre in liste di altri tre (ed è solo per mia ignoranza che non ne conosco nel settimo).
Alcune di queste mi sono particolarmente care. Temo che nessuna di esse abbia possibilità di essere eletta.
Dico in primo luogo che mi piacerebbe che la lista di Autoderminatzione arrivasse al quorum (che è del 5% per la lista); temo che siamo un po' troppo lontani dall'obiettivo, il che non è una ragione sufficiente per non votarli, ma c'è da rifletterci.
Anche la lista di Sinistra Sarda mi piacerebbe facesse il quorum, ma penso che siano altrettanto lontani.
A proposito: faccio fatica a capire che queste due liste non si siano messe insieme.

E poi nelle liste strumentali in appoggio a Zedda c'è della splendida gente, ma temo che quelli che mi piacciono di più non saranno eletti, il che non è una ragione sufficiente per non votarli, ma - ripeto -c'è da rifletterci.
Mentre potrebbero essere elette persone che non conosco bene, ma che stimo, nel Movimento, ed avere una forte presenza dei 5* in Consiglio Regionale non sarebbe male.
Quindi ho dei dubbi. Mi piacerebbe parlarne.

Capisco chi non considera il voto prevalentemente una scelta razionale.
E che non se la sente di votare o di far discendere la scelta da considerazioni razionali e da calcoli.
Ma - se non si sopravvaluta il voto - non riesco a fare altro che una scelta ponderata.
Il voto è indispensabile in democrazia, ma non è il solo strumento della democrazia, come sappiamo.

Ora è abbastanza strano che soprattutto chi - nei fatti - la identifica con il voto non sia angosciato dal fatto che per diverse ragioni, non ultima quella dei meccanismi elettorali, i cittadini non vadano a votare.
Alle ultime suppletive per l'elezione del parlamentare della città metropolitana di Sassari ha votato il 15,5% degli aventi diritto.
Ricordate che i nemici del proporzionale ci raccontavano che i collegi uninominali avrebbero rafforzato la partecipazione per il legame tra parlamentari e territorio?
Ora il 15% di partecipazione al voto è davvero un segnale straordinariamente negativo, tanto che sarebbe bello che il vincitore (che tutti sanno essere una persona per bene) facesse un gesto di significato politico rivoluzionario non accettando l'elezione.
Voglio dire che - a mio avviso - ogni sistema elettorale che scoraggi la partecipazione, limiti la rappresentanza, incoraggi la leadership personalistica ha qualche deficit di democrazia.
Ovvero rende meno utile il voto.
Chi non vorrebbe che il suo voto fosse allo stesso tempo utile e convinto?
Solo sistemi fortemente proporzionali rendono più facile che questo avvenga.
L'unica ragione per sfavorire rappresentanza e partecipazione al voto sta nel favorire le élite.

Se il sistema elettorale sardo fosse proporzionale (anche con un ragionevole premio di "governabilità") potrebbe essere più facile che il voto desiderato e il voto utile coincidessero.
Tra l'altro esistono meccanismi che, a valle delle elezioni, possono rafforzare la governabilità.

Dovrei dire per quali ragioni non ho condiviso molte delle scelte della Giunta presieduta dal Professor Pigliaru.
Lo posso fare da "esperto" per le (non) scelte sui temi urbanistici, da  utente  (e un po' esperto) sui temi della accessibilità e mobilità, da "forte" utente sui temi della sanità, da cittadino consapevole sui temi della "partecipazione".
Ma forse serve un post a parte.
Anzi serve proprio.
A prestissimo.