lunedì 5 febbraio 2018

Antifascisti. Perché serve esserlo. Anche riguardo alla lapide della vergogna.

Credo che avessero ragione quanti di noi hanno sempre pensato che non  valesse la pena di mollare la presa sulla questione del contrasto al fascismo, quello "eterno" o "perenne" (per dirla con Umberto Eco) e quello contingente.
Credo che abbiamo ragione.
Sono numerosi i fatti, piccoli e grandi, che da molto tempo e con sempre crescente gravità mostrano che diversi tipi di azioni fasciste, più o meno squadriste, si presentano sulla scena.
In qualche modo queste azioni sono state legittimate dall'acquiescenza di molti media e di alcune forze politiche e dalla distrazione di altri.

Una premessa voglio farla: io credo molto nella libertà di espressione sicché non mi hanno mai convinto del tutto le soluzioni censorie,  sia che riguardassero i cosiddetti "revisionisti" sia i cosiddetti "odiatori" in rete (gli haters).
Mi spingo sino a dire che a tutti coloro che esprimono un'idea si deve lasciarlo fare, salvo che non commettano un reato altrimenti normato (calunnia o diffamazione ad esempio).

Un'altra premessa è che credo di poter affermare convintamente che esistono e sono esistiti fascisti "per bene". Alcuni li ho conosciuti di persona.
Non so ad esempio se Piero Borsellino (che non ho conosciuto) ha continuato a essere fascista per tutta la vita, ma sicuramente lo è stato per molta parte di essa: ed era sicuramente una persona per bene.
Sono disposto ad accettare le aberrazioni e le perversioni di ogni persona, se e in quanto non violino operativamente i diritti degli altri.

Diritto di parola per tutti i fascisti, rispetto per alcuni fascisti, per riassumere.

Ma nessuno spazio politico per le organizzazioni fasciste, che vanno contrastate con tutti i mezzi necessari.
Vuol dire, ad esempio,  che i media non dovrebbero dar loro nessuna visibilità (altro che pubblicare i comunicati Forza Nuova e Casa Pound), che le amministrazioni pubbliche dovrebbero far di tutto per non concedere loro spazi e luoghi pubblici, che le forze politiche dovrebbero rifiutare ogni interlocuzione, che i cittadini dovrebbero mobilitarsi contro le loro manifestazioni.

In generale io non credo molto all'esistenza di situazioni che possano conciliare le parti diverse (cosiddette scelte condivise o bipartisan).
O con gli sfruttati o con gli sfruttatori.
Ed è vero che il fascismo e il nazismo sono stati sostenuti e finanziati dagli sfruttatori senza la cui complicità e il cui appoggio non avrebbero potuto vincere.
Ma a un certo punto fascismo e nazismo sono andati ben oltre, da strumento sono diventati agente attivo, anche oltre, ben oltre gli interessi che li avevano sostenuti.

Da quel momento l'antifascismo non si può più identificare con l'anticapitalismo.
Anche se non credo che si debba sacrificare l'anticapitalismo all'antifascismo.

Voglio dire che le due parti in conflitto sui temi della giustizia e dell'eguaglianza (una volta si sarebbe detto la sinistra e la destra) debbono e possono opporsi insieme al fascismo, senza dimenticare chi sono.

Questa è la ragione che mi spinge su questa questione a stare insieme a tutti quelli che ci stanno; e a chiedere a tutti quelli che rifiutano il fascismo di stare insieme per combatterlo.

C'è una cosa che dovremmo fare subito qui ad Alghero. Tutti dovremmo volerla fare.
Molti ricorderemo la vicenda della "lapide della vergogna".
Come si vede nella foto in questa lapide sono elencati i caduti con indicata una "collocazione":



Tra esse sono significative due: Partig. e R.S.I.
Ma proseguiamo; nella foto seguente si legge la dedica:


Credo che sia evidente che c'è qualcosa di sbagliato.
La prima volta che posi la questione, oltre ad alcuni episodi di squadrismo verbale, mi si è obiettato che a tutti i morti si deve la pietà.

Ma non è questa la questione.
La lapide dice che quelle persone, tutte quelle persone, "donarono la vita perché l'Italia fosse libera e giusta".
E questo è oltraggiosamente falso.
Giustizia e libertà erano tra le motivazioni dei "partig.", non tra quelle dei militari di leva, per cui forse si può parlare di obbedienza o di senso del dovere, né tanto meno degli R.S.I., alcuni dei quali forse si sono battuti per l'onore e il rispetto della parola data.

Insomma se di pietas si deve parlare si possono elencare in una lapide tutte le vittime, militari e civili, senza quelle ridicole e contorte "affiliazioni" e limitarsi a scrivere "Alghero ai suoi caduti".
Ma dire che un repubblichino, sia che fosse un convinto sostenitore del nazismo, sia che fosse volontario per ragioni diverse, sia che fosse inconsapevole o arruolato a forza, è caduto "perché l'Italia fosse libera e giusta" è inaccettabile.
La pietà per tutti i morti non vuol mai dire che le loro ragioni fossero le stesse ed egualmente giuste.

Non aver modificato questa lapide da quando il problema è stato posto parecchi anni fa è una responsabilità grave delle tre amministrazioni che si sono succedute da allora.
Anche se è tardi, forse non è troppo tardi.
O forse sì.