Mi auguravo di tornare a essere un uomo libero, ma non è successo.
Avrei dato una virata a questo blog, provando ad occuparmi di questioni più generali, culturali, scientifiche e politiche.
Ne avrei bisogno, di pensare oltre ai confini locali, in un momento in cui continua la devastazione del nostro Paese da parte di politici irresponsabili e incompetenti e in cui gli sparsi brandelli della sinistra sono impotenti e gran parte degli intellettuali supini e afoni.
Insomma avevo altri progetti di vita.
Moltissimi componenti della comunità di AAA hanno insistito, facendo appello alla ragione e al cuore, perché continuassi a guidarla per un altro triennio e hanno sgretolato la mie resistenze.
Va bene ci provo: cosa fatta capo ha.
Ma ripeto ora quel che dissi tre anni fa: non posso e non voglio fare l'esecutore testamentario di questa esperienza.
Ripeto al colto e all'inclita che l'esperienza della Facoltà di Architettura di Alghero è stata uno straordinario caso di successo in termini didattici, scientifici, culturali, sociali e umani; è servita alle nostre studentesse e ai nostri studenti in primo luogo (come è ovvio che sia per un'Università degli studi), ma anche all'Ateneo tutto, alla città, alla nostra terra di Sardegna.
Lo dico senza paura di essere smentito e dico anche pacatamente, ma fermamente, che ritengo che i vertici del governo regionale e universitario (nel loro insieme: ci sono significative eccezioni) non abbiano fatto sinora abbastanza per cercare di capire quanto utile potesse essere questa esperienza per il futuro dell'Ateneo e del sistema formativo universitario.
Questa esperienza è stata possibile per l'impegno creativo di decine di persone che hanno dedicato un pezzo della loro vita a questa impresa, nei ruoli più diversi:
- dai collaboratori alla didattica (i tutores), che dai più esperti professionisti ai giovani dottorandi freschi di Laurea hanno dato un contributo fondamentale alla qualità della didattica,
- al personale tecnico-amministrativo che sia nei tempi pionieristici (come potremmo dimenticare la mitica Anna Franca Sibiriu?) che in quelli più normali hanno avuto un senso di appartenenza forte e - lasciatemelo dire - inconsueto nella Pubblica Amministrazione,
- ai docenti esterni, ai visiting professor e ai visiting scientist che sono stati con noi per tempi brevi e lunghi, ma sempre sentendosi parte di un'impresa collettiva e sono stati entusiasti propagandisti della nostra esperienza (posso citare il contributo illuminante di Luigi Snozzi, per molti anni docente di riferimento al primo anno di Architettura, e di Francesco Indovina che sta dedicando le sue idee e la sua giovanile fantasia ai nostri studenti? O, per ricordare chi non c'è più, il contributo di Alan Fltecher, che ha disegnato il logo di AAA, di Bet Figueras, maestra di paesaggi e di levità, Bernardo Secchi, docente attento e severo?),
- ai docenti stabili, dai fondatori ai nuovissimi arrivi, molti dei quali hanno fatto, fanno e faranno ben oltre il loro dovere,
- al nostro fondatore, Vanni Maciocco, che ha speso dieci anni alimentando il fuoco vivo della fornace, superando con l'energia, l'intelligenza le mille difficoltà della direzione di un'impresa, continuando a darsi alla didattica, alla ricerca, alla progettazione, con una dedizione totale.
Questa esperienza è stata possibile grazie alla pazienza e alla capacità di adattarsi dei nostri studenti, che - in condizioni logistiche a volte disperate hanno ottenuto risultati egregi.
Siamo stati valutati per molti anni come la migliore Scuola di Architettura italiana, abbiamo avuto risultati nella Valutazione della Qualità della Ricerca molto più che lusinghieri, abbiamo un numero grande di studenti Erasmus in ingresso, abbiamo condotto Master internazionali di grande successo, abbiamo l'unico Corso di Laurea internazionale della Sardegna, l'unico Dottorato internazionale della Sardegna.
SIAMO UN'ESPERIENZA DI SUCCESSO, CHE HA SPESO BENISSIMO I SOLDI CHE AVUTO.
Alghero non è Sassari, non è a Sassari, la logica, la dottrina, la pratica ci dicono che non fa parte di un'area metropolitana (che si debba pensare a costruire una "città metropolitana della Sardegna del Nord Ovest, è un'altra cosa, probabilmente giusta, ma da costruire, non un dato, un progetto).
ARCHITETTURA AD ALGHERO STA IN UNA SEDE DECENTRATA.
Quest'anno, per la prima volta da sempre, ripeto per la prima volta da sempre, rischiamo di restare senza nessun finanziamento; con molte traversie e in forme diverse, tutti i governi regionali hanno riconosciuto l'opportunità di destinare risorse ad Architettura ad Alghero; questa sarebbe la prima volta che non accade, nonostante un Ordine del Giorno unanime del Consiglio Regionale del gennaio 2014 (già lo so che un Ordine del Giorno non è un atto tecnicamente impegnativo, ma - vivaddio - non è carta straccia; o sì?).
Il Professor Pigliaru è persona di grande cultura e di grande sensibilità istituzionale; capisco che nella situazione difficile in cui si trova la nostra terra abbia molte questioni urgenti e non abbia ancora avuto la possibilità di esaminare il dossier che ci riguarda; certo non si tratta di risorse ingenti, ma per noi sono vitali e non possiamo essere considerati una pratica burocratica tra le altre.
Per questo ho sollecitato con una lettera un suo intervento rendendomi disponibile per un incontro, se dovesse servire.
Voglio dire due cose chiarissime:
- la prima è che, senza le risorse previste da quell'Ordine del giorno, che sono meno di quanto ragionevolmente ci spetta e molto meno di quel che meriteremmo, siamo messi in ginocchio, non riusciremo a garantire qualità della didattica e servizi: insomma inizierà il soffocamento di questa esperienza, tanto utile e feconda;
- la seconda è che non ci faremo, non mi farò, soffocare in silenzio, perché non è giusto e perché non ci sono motivi per farlo; con ogni mezzo necessario e possibile cercherò di ottenere quello che il buonsenso e l'interesse collettivo affermano.
Sono certo che il Presidente Pigliaru rispenderà alla mia lettera, e spero che lo farà in modo positivo: confido di darvi tra una settimana delle buone notizie.
