venerdì 1 novembre 2013

Un favore a un amico; a proposito del caso Cancellieri (e dintorni)

La ministra Cancellieri è intervenuta in favore di una sua amica incarcerata.
Questa persona, per quanto è dato sapere, aveva dei gravi problemi di salute e una sua parente conosceva la ministra e aveva il suo numero di telefono.
Non è irragionevole pensare che ci fossero delle ragioni per verificare se la carcerazione o le sue modalità potevano essere lesive delle condizioni di salute della persona in questione.
La domanda è: cosa succede a chi non ha il numero di telefono del ministro in carica?
Se la ministra può rispondere e dimostrare che ci sarebbe stata la medesima attenzione e sollecitudine, allora proviamo ad ascoltare le sue argomentazioni, se no - direi - è bene che si dimetta, e in fretta.
Ripeto non è in discussione il diritto della persona in questione ad avere rispettati i suoi diritti, è in discussione il privilegio.
Si parva licet componere magnis ...
Sarebbe lo stesso il caso di un diritto di un cittadino a chiedere o a ottenere una concessione che venga reso operativo dalle "conoscenze" o dal potere di questo cittadino, con percorsi, tempi e modalità non garantiti a tutti gli altri cittadini.
Ciò indipendentemente dal fatto che la richiesta sia accettabile e produca effetti benefici per la collettività.
A me pare semplice.
Aggiungo una piccola nota metodologica; sono convinto che bisogna sempre ascoltare le ragioni di tutti. I pregiudizi sono sempre sbagliati. La prudenza invece, nel valutare la credibilità degli interlocutori, è utile.
Anzi è necessaria.
Come dice un proverbio greco (in questi tempi è giusto "comprare" greco!): "chi si è scottato la lingua, soffia anche sullo yogurt."
Mi sa che la lingua è ancora dolorante da scottature recenti.