domenica 6 ottobre 2013

Barcelona è vicina, come e più di Cagliari

C'è una pseudo-notizia: quella che in 45 giorni l'Università di Sassari deve decidere se farsi annettere o no dall'Università di Cagliari.
In realtà non è così: per il Decreto Ministeriale di programmazione 2023 - 2015 (leggi qui) in 45 giorni deve essere presentato un piano triennale per concorrere a una quota di premialità di cui uno dei criteri è legato a fusioni o federazioni; ce ne sono altri di molto più interessanti e importanti.
Le due realtà universitarie hanno una storia lunga alle spalle, sono radicate in contesti territoriali diversi; vero è che la popolazione totale di riferimento è bassa, ma è anche vero che la distanza tra Sassari e Cagliari è paragonabile a quella tra Sassari e Barcelona se consideriamo l'uso di mezzi di trasporto non personali.
Da un po' di tempo si è stabilito che le risorse regionali vengano ripartite 65 a 35, basandosi più o meno sulla numerosità degli studenti, ma magari i criteri potrebbero essere altri (il PIL, la popolazione del bacino di riferimento, la valutazione della ricerca. le classifiche CENSIS o il livello di internazionalizzazione, ...).
Solo un pazzo potrebbe non riconoscere che un coordinamento tra i due Atenei, che potenzi e razionalizzi alcuni servizi, che rafforzi la collaborazione congiunta con le realtà territoriali, che sincronizzi l'offerta formativa, non sia saggia, opportuna e necessaria, sostenendo processi di collaborazione virtuosa che non possono che partire in primo luogo da iniziative dei Dipartimenti.
Ma solo una persona poco saggia potrebbe sostenere che una federazione gestita dall'alto potrebbe funzionare: da due piccoli provincialismi, con molte interessanti aperture al mondo, si sfocerebbe in un grande provincialismo, angusto e chiuso.
Per Sassari sarebbe un'annessione senza rimedio.
Il fatto che si pensi che in Italia sia necessario ridurre il numero di  università sulla base di criteri di prossimità, il fatto che si ripeta il mantra falso e ignorante sull'eccessivo numero di  università è tipico del provincialismo nazionale cui quasi tutti i ministri pagano pegno; si ragioni su alcune sedi aperte recentemente, sulle improbabili università telematiche e su alcune sedi decentrate che non funzionano o sul numero di corsi di laurea.
Altro che i cinque hub di cui ha parlato, tra un cioccolatino e l'altro, un candidato Presidente del Consiglio.
Io direi (anzi noi proviamo a farlo) che la prima condizione che dobbiamo porci per collaborare con i colleghi di Cagliari (e noi vogliamo farlo, abbiamo cominciato a farlo) è che sia noi che loro cerchiamo di migliorarci e a aprirci al mondo, di fare molte cose insieme e con tanti altri.