mercoledì 24 febbraio 2016

Ad Alghero! Ad Alghero!

Verso la fine del precedente post, scrivevo:

Il quarto soggetto è la comunità del DADU. Questa è una nota dolente, la più dolente. Ne parlerò in un prossimo post, l’ultimo che destinerò a queste tematiche (e spiegherò perché mi costringerò, dopo quell'intervento a tacere). Per ora devo dire che anche noi abbiamo fatto e stiamo facendo meno del necessario.
Prima di spiegare perché non continuerò, dopo questo intervento, a intervenire pubblicamente sulle questioni pubbliche riguardanti AAA, lasciatemi, brevemente, dire quali sono le ragioni che mi hanno portato a scrivere:  anche noi abbiamo fatto e stiamo facendo meno del necessario.

Ma prima un passo indietro: sono ad AAA sin dalla sua fondazione e ho persino dato un piccolo contributo alla sua "ideazione".
Chi c'è stato a pensarla e a realizzarla?
Due intellettuali del calibro e dell'ampiezza culturale come sono Giovanni Maciocco e Silvano Tagliagambe.
Come tutti sanno sono amico personale di entrambi e sono loro grato per avermi voluto coinvolgere, con ruoli di responsabilità, nell'impresa che hanno costruito.
Vanni poi ha anche preso in mano dal punto di vista organizzativo l'allora Facoltà con la sua immensa capacità di lavoro e la sua apertura mentale.
Non è difficile accorgersi delle differenze che esistono tra il mio modo di agire e quello di Vanni, ma posso testimoniare per essere stato vice-Preside per molti anni, che la visione, la proiezione strategica e la capacità di inclusione espresse da Maciocco sono state straordinarie.
Dunque un tempo c'erano Maciocco e Tagliagambe, e scusate se è poco.

Non peccherò di immodestia se dico che in questo quadro ho dato un contributo assai rilevante al successo della nostra impresa: non solo affiancando il Preside per lunghi anni, ma anche dirigendo il corso di laurea di Urbanistica, che ha ottenuto risultati e prestigio indiscussi, e soprattutto occupandomi dei rapporti internazionali, uno dei punti di forza assoluti di AAA.
Moltissimi sono i colleghi che hanno speso molto di sé in questa intrapresa, pochissimi (ma statisticamente non potevano mancare) quelli che hanno remato contro o hanno perseguito i loro privati interessi (a volte senza riuscirci del tutto).

Per un insieme di circostanze, di cui ho ricordato molte volte l'importanza, tra cui il finanziamento regionale che è stato consistente per molti anni e la disponibilità delle amministrazioni algheresi, si è creato un piccolo miracolo: una Scuola di Architettura nuova, in una piccola città meridionale è diventato uno dei nodi culturali, didattici e scientifici di una rete internazionale assai estesa, conquistando risultati assai notevoli e costruendo un enorme capitale relazionale.
Queste circostanze, oltre alle grande intuizione dei due fondatori, Maciocco e Tagliagambe, alla capacità organizzativa di Maciocco, al lavoro di molti colleghi (sia docenti sia del personale tecnico-amministrativo, molti dei quali precari), e infine al mio contributo costante, fattivo ed efficace hanno portato a  questi risultati.

Quando poco più di quattro anni fa il collega Maciocco ha deciso di anticipare il suo pensionamento (Tagliagambe l'aveva fatto anni prima) mi è stato chiesto con insistenza, con molta insistenza, di accettare di fare il Direttore: tutti sanno che non volevo farlo; ho accettato, per un mandato solo di tre anni, la carica; per la quale ho avuto l'unanimità dei voti.
L'ho fatto sulla base di linee programmatiche molto precise, basate su una visione molto precisa.
Sono stati tre anni duri, in prima linea, in cui abbiamo dovuto raschiare il fondo del barile per l'assottigliarsi dei finanziamenti regionali e per la crisi di risorse dell'Ateneo, per ottenere degli spazi adeguati, ma abbiamo - faticosamente - resistito, confermando e migliorando i nostri risultati: non è solo merito mio, ma qualcosa credo di aver prodotto per ottenerli.
Ma c'erano scricchiolii sinistri: con l'idea che nascondere i problemi non aiuta a risolverli, li ho resi palesi, come è ovvio (e come solo degli imbecilli o degli opportunisti potrebbero pensare che non sia) nel solo intento di "mobilitare" noi stessi e i nostri interlocutori per affrontarli.

Scaduto il mio primo mandato ho comunicato con grande chiarezza la mia indisponibilità al rinnovo: ho tenuto duro sino alla mattina delle elezioni, ma avendo ricevuto nella notte una lettera che mi chiedeva in modo pressante di accettare, ho comunicato che non avrei rifiutato di accettare un'eventuale elezione, elezione che è avvenuta con un consenso amplissimo (solo due astensioni).
Votavano per me, dopo quello che avevo fatto, per quello che avevo fatto.
Votavano per linee programmatiche ancora più precise, basate su una visione ancora più precisa.
Avevo allora già un blog nel quale si era svolta la mia campagna per l'elezione del Rettore, la discussione sulla sede, la richiesta ripetuta di finanziamenti.

Ho sbagliato ad accettare, ero stanco e la situazione era diventata troppo difficile per le mie forze.
Ho tentato di riconquistare il finanziamento regionale e il riconoscimento di Alghero come sede decentrata in tutti i modi: un ruolo essenziale  l'hanno avuto una gran parte degli studenti, ma alla fine abbiamo ottenuto questi risultati.
Ma vedevo i problemi e percepivo che la comunità cui appartengo non riteneva di essermi vicina come io credo che sarebbe stato necessario e - soprattutto - che la discussione che avevo più volte sollecitato non interessava pressoché nessuno.
Dopo aver ottenuto il risultato sul punto nodale dei finanziamenti e della sede decentrata, poiché ritenevo di non poter affrontare e risolvere i problemi che man mano crescevano e che ho più volte rappresentato, mi sono dimesso (non ho fatto finta di dimettermi, mi sono dimesso davvero: ho procrastinato di un paio di mesi per continuare a contribuire alla mobilitazione e perché, con un gesto di attenzione di cui mi sono sentito onorato, il Magnifico Rettore ha respinto tre volte le mie dimissioni).
Questo non vuol dire che i nostri problemi siano scomparsi.

Come ho scritto più volte mi auguro che le cose cambino e ho dato atto con soddisfazione che sulla "questione sede decentrata" c'è una decisione della Regione che ripristina una situazione compromessa da molti anni. E io penso di avere avuto e di avere molti meriti in questi risultati.
Penso anche di aver continuato - con diverso stile - la politica di coraggiose aperture promossa dal mio predecessore; cito solo due avventure "folli" che ho facilitato: il lavoro eccellente  fatto per l'Expò dalla magnifica equipe del collega Ceccarelli (con cui mi è capitato di avere dei dissapori, ma che ha il grandissimo pregio di lavorare con passione, dedizione e testardaggine per AAA) e la ormai stra-citata avventura di Open for Art, conclusa pochi giorni fa.
Io mi sono limitato a facilitare. Non è molto, ma è molto di più di quel che succede normalmente in ambito accademico.
C'è un altro segnale positivo, il Magnifico Rettore incontrerà il Consiglio di Dipartimento, il prossimo 9 Marzo. Massimo Carpinelli sa che a volte non ho condiviso alcune sue scelte, altre volte ho ritenuto di essere in disaccordo con quello che pensavo (per quanto mi si riferiva) che avesse scelto, ma una persona della sua intelligenza credo che avrà modo di rendersi conto dei molti problemi e delle residue potenzialità di AAA; e di convincersi della straordinaria importanza di avere la presenza di una Scuola di Architettura ad Alghero.

Vi spiego infine perché mi fermerò qui; come ho chiuso con i miei interventi sulle questioni strettamente legate alla "politica algherese", chiuderò con quelli legati alla "vita accademica".
Le ragioni sono più o meno le stesse: io non ho mai insultato nessuno, ho sempre argomentato nel merito, basandomi su informazioni verificabili; quando ho polemizzato l'ho fatto in forma argomentativa, a volte forse contundente, in generale pacata.
Raramente chi era in dissenso con me ha opposto ragionamento a ragionamento, argomentazione ad argomentazione.
Ma in molte sedi (non di dibattito pubblico) si è ribadito, senza ragioni e in modo trasversale, che era meglio, più utile che io tacessi (di volta in volta per la sinistra, per l'amministrazione, per il Dipartimento, per l'Ateneo, ...).
Bene sapete come succede, dopo un po' uno "si rompe i coglioni" (absit iniuria verbis).

Quindi anche per AAA, come per le vicende algheresi, faccio un passo indietro.
Forse non parteciperò all'incontro con il Rettore per questa ragione, ma ci penserò.
Farò un grande, pieno passo indietro. Mi restano poco meno di cinque anni prima della pensione: mi dedicherò con passione alla didattica e alla ricerca; penso di poter dire "ho già dato".
Spero che i miei timori siano smentiti e che le speranze si realizzino.
A "futura memoria" sto preparando un documento su quelle che penso possano essere le prospettive dell'alta formazione nella nostra "rete metropolitana" (Alghero inclusa)  chi volesse riceverlo mi scriva.
Per il resto, ringrazio chi mi è stato vicino. A giorni li inviterò ad un aperitivo.