giovedì 6 febbraio 2014

Che da un male non nasca un bene?

Allora siamo tutti d'accordo: il lavoro va pagato; quello creativo come quello ripetitivo, quello manuale come quello intellettuale.
Tra l'altro nella ristorazione c'è molta creatività.
Accanto al lavoro c'è il volontariato: ad esempio sei scrittori hanno regalato il loro lavoro al Comune di Bitti per la ricostruzione. Hanno scelto di farlo.
C'è anche l'esercitazione, il gioco, l'hobby.
Ma il lavoro è lavoro: per questo trovo splendida la campagna #coglioneNo (anche perché ha suscitato un dibattito con alcune precisazioni utili).
Per questo l'ho citata anche se il termine usato è un po' volgare.
Credo che tutti noi sappiamo che una cena e un aperitivo vanno pagati, anche se nulla vieta a un ristoratore di offrire un pasto a una persona che ha fame.
Credo che a volte qualcuno abbia pensato che uno slogan o un logo potessero essere non pagati: penso che molti ora si siano ricreduti; questo è un bene.

Posso aggiungere che da un po' di tempo noto un grande progresso in alcuni bar e ristoranti di Alghero.
Tutti sanno che io ritengo che ci sia qualche cosa di sbagliato anche economicamente nella trasformazione della città storica in un'area per turisti, senz'anima e identità.
Questo fenomeno c'è, anche perché manca un sensato piano del commercio.
Ma da cittadino e consumatore noto alcuni significativi progressi.
Io, di mio, non avrei inventato la locuzione "centro commerciale naturale" e avrei preferito che con un concorso di idee se ne pensasse un 'altra, ma la locuzione c'è. è diffusa e conosciuta e amen.
Mi pare che il centro commerciale naturale di Alghero stia cominciando a funzionare, con proposte e idee diversificate ed efficaci (non tutte mi piacciono, ma io non sono tutti i consumatori).
E poi alcuni bar si danno da fare, riuscendo persino a proporre dei veri aperitivi come dio comanda, parecchi ristoranti hanno proposte gastronomiche di qualità a prezzi ragionevoli, si collegano alle produzioni locali, fanno promozione.
Il mondo della cultura è poi attivissimo: se solo incontrasse una classe politica non fatta di cariatidi (giovani e vecchie) sarebbe un potente elemento di occupazione e di sviluppo.
Insomma c'è molto che si muove e che è interessante.
Ovviamente come esistono studenti universitari bravi e somari, ci sono ristoratori e operatori economici bravi e somari.

Chi mi conosce sa che non sono ottimista e temo sempre che la moneta cattiva scacci quella buona, come dicono gli economisti, ovvero che i furbi, che costruiscono e gestiscono trappole per turisti, contagino tutti gli altri, che una classe politica miope faccia un cattivo uso (o nessun uso) degli spazi pubblici importanti che ci sono in città (abbandonati e no), lasciando fuori piccole imprese, associazioni e professionisti.
Tuttavia non si deve cedere alla disperazione.

Il fatto che i ristoratori si mettano in rete va considerata una cosa positiva, che potrebbe entrare in un rapporto positivo con le realtà produttive locali, con le associazioni culturali, con quelle educative.
Penso, e l'ho scritto, che l'associazione ARA abbia fatto una sciocchezza (il termine tecnico lo risparmio), ma sono sicuro non  in cattiva fede.
Se posso fare qualcosa per aiutare a trasformare un male in un bene, anche con una discussione pubblica, serena, ironica e severa, tra diversi interlocutori, sono disponibile; come sempre i locali generosamente offerti ad AAA dalla città, della città sono a disposizione.