Chi mi conosce sa che ci sono molte ragioni per cui non
apprezzo il Presidente del Consiglio Matteo Renzi né approvo la sua politica;
tuttavia non si può negargli di essere abile e di sapere frequentemente
raggiungere risultati; a volte questi risultati sono buoni risultati, come ad
esempio è stato nel caso della legge sulle unioni civili che, pur con qualche
compromesso anche sgradevole, ha dopo decenni raggiunto infine una soluzione
accettabile che ha fatto fare un grande passo in avanti al nostro Paese dal
punto di vista dei diritti civili.
Gran parte dei “risultati” del governo Renzi mi vedono
contrario, ma non per questo mi sento di non considerare positivamente la sua
battaglia contro l’austerità in Europa.
Insomma è un governo che porta avanti una politica che
combatto, ma non si può negare che a volte lo faccia con abilità.
Non è quindi per pregiudiziale ostilità verso il Presidente
Renzi e la sua ministra Boschi che voterò un NO convinto al referendum del 4
Dicembre e che cercherò di convincere quante più persone posso a votare NO.
Comincio da un argomento che non c’entra, ma che è bene
affrontare: se mi chiedete se mi fa piacere condividere la mia posizione con
Gasparri o Salvini, vi posso rispondere tranquillamente che no, non mi fa
piacere, anzi un poco mi imbarazza; e non mi è di conforto pensare che Alfano o
Verdini non sono molto meglio (Giovanardi non so cosa voti).
Tuttavia anche Berlinguer votava no alla fiducia ai governi
di centro e di centrosinistra così come votava no Almirante: è naturale che le
“estreme”, come una volta si diceva, si oppongano, quasi sempre per ragioni
diverse, al governo in carica, quasi sempre comunque con l’obiettivo di farlo
cadere.
Penso che Berlinguer si sentisse più vicino a Tina Anselmi
che a Romualdi, ma mentre l’Anselmi votava sì alla fiducia, Berlinguer e
Romualdi votavano no.
Anche per me è così, mi sento più vicino ad alcuni
sostenitori del sì che a molti sostenitori del no, ma voto NO.
Non sono un esperto di ordinamento costituzionale anche se
ho una mia passioncella per la scienza politica (per esempio a me democrazia e
oligarchia mi paiono antitetiche, ma ci tornerò): vedo molti costituzionalisti
schierati per il sì e molti (più molti?) per il no e seguo con attenzione i
loro argomenti.
Mi sono fatto l’opinione che, somma e sottrai, i cambiamenti
votati non migliorino la situazione esistente (in qualcosa sì, come
l’abolizione del CNEL, ma in poco altro) e che sostanzialmente in diversi punti
la peggiorino; non so se questo mi attirerà gli anatemi di alcuni
sostenitori del no, ma mi pare che
questo bilancio negativo non sia tecnicamente poi così pesante, il che
paradossalmente è un’ottima ragione per votare no, come dirò.
Ma l’argomentazione principale che mi sento di muovere a
sostegno del no, si rifà alla mia recente “fissa” sull’antifragilità.
Sistemi antifragili
(anche la Costituzione
è per molti aspetti un sistema) sono destinati a durare, non vengono troppo
indeboliti dalle contingenze, a volte sono capaci di guadagnare dal
cambiamento.
Per questo le Costituzioni ben fatte sopravvivono per
secoli, contengono abbastanza rigore per disegnare il quadro dei rapporti
sociali ed istituzionali e abbastanza flessibilità per accogliere il
cambiamento e dargli sostanza e legittimità; esiste insomma una Costituzione
materiale che evolve e che una buona Costituzione formale è in grado di
assecondare e fortificare.
Un buon indicatore di una buona Costituzione è che sia ben
scritta e di facile comprensione.
Un elemento di fragilità è quanto una Costituzione sia sensibile
al variare delle leggi elettorali: se una cattiva legge elettorale stravolge il
sistema dei poteri previsto dalla Costituzione, questo è un segno del fatto che
quella Costituzione è fragile e sbagliata.
Dire la nuova Costituzione potrebbe andare bene se non fosse
accompagnata da una legge elettorale sciagurata come l’Italicum,
significa dire che c’è qualcosa di profondamente sbagliato in quella nuova
Costituzione: è troppo sensibile a cambiamenti di regole istituzionali e questo
è pericoloso (le leggi elettorali si votano a maggioranza, come è noto).
Bene o male l’attuale Costituzione ha assorbito diverse
leggi elettorali (tutte pessime a mio avviso) senza determinare eccessivi
effetti negativi.
Questa è la principale ragione del mio NO.
In un prossimo post vorrei parlare di questioni di
opportunità politica (ad esempio argomentando sul perché il fatto che le
singole modifiche siano negative, ma non troppo, è un argomento forte a favore
del no) e in un altro di democrazia e oligarchia. Alla fine proporrò anche alcuni riferimenti. Per ora basta così.